Arturo
2012-04-29 15:19:16 UTC
Il 29/04/2012 10.46, Bhisma ha scritto:
[cut]
alla giusromanistica, le ragioni storiche del peculiare statuto della
quale sono note ma se ne può comunque trovare un riassunto, per es., in
Bretone, Storia del diritto romano, Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 17 e
27: "Così come l'aveva concepita la Scuola storica (Puchta ne è, col
Savigny, un esponente di primissimo piano), la storia giuridica può
dirsi "dogmaticamente orientata". Oltre un secolo più tardi, questa
prospettiva è ancora attuale. Una compiuta storicizzazione degli studi
romanistici, sostiene Paul Koschaker, dissolverebbe il valore europeo
universale del diritto romano e la sua forza pedagogica, relegandolo
nella "vetrina di un museo": perciò bisogna respingerla." Per
incredibile che possa sembrare Koschaker scriveva queste righe nel '47
ma le rieditava tali e quali nel '66. Poco più di un decennio più tardi
Franz Wieacker deve ancora precisare "Se noi non vogliamo introdurre
presupposti che sono inammissibili nelle scienze empiriche (come per
esempio l'essere ideale del "diritto"), dobbiamo anche concedere che la
storia giuridica non si distingue dalla storia politica, dalla storia
socile e dalla storia delle letterature e dalle scienze per un suo
oggetto reale di indole particolare". Quanto lentamente sia penetrata
questa consapevolezza nell'insegnamento del diritto romano nelle facoltà
di giurisprudenza è facile constatarlo prendendo in mano un manuale di
istituzioni. Quindi, se da un lato la giusormanistica non si è ancora
emancipata pienamente da un'impostazione attualizzante, (relativamente)
di rado storici dell'antichità di formazione non giuridica padroneggiano
il diritto romano con la competenza necessaria per integrarlo pienamente
nei propri studi (questa era la mia impressione di profano, ma mi ha
confortato sulla sua fondatezza una conoscente specialista: prendi
naturalmente l'indicazione per quel che vale).
Saluti,
Arturo
[cut]
Uno dei pochi, dici?
Quindi l'insistenza di Zuccotti su concetti che a me parevano
piuttosto ovvii ha senso?
Avrei creduto che il carattere contrattuale della religione romana, i
suoi aspetti peculiari come il ricorso a "numina" impersonali, il suo
forte intreccio con lo "ius" etc. fossero piuttosto scontati.
Non tanto per una mia conoscenza degli studi attuali, quanto perché
vedo che autori popolari come la McCullough nella sua fortunata saga
ambientata nella tarda repubblica vi fanno ampio ricorso.
Sia ben chiaro che qui mi riferivo non alla romanistica in generale maQuindi l'insistenza di Zuccotti su concetti che a me parevano
piuttosto ovvii ha senso?
Avrei creduto che il carattere contrattuale della religione romana, i
suoi aspetti peculiari come il ricorso a "numina" impersonali, il suo
forte intreccio con lo "ius" etc. fossero piuttosto scontati.
Non tanto per una mia conoscenza degli studi attuali, quanto perché
vedo che autori popolari come la McCullough nella sua fortunata saga
ambientata nella tarda repubblica vi fanno ampio ricorso.
alla giusromanistica, le ragioni storiche del peculiare statuto della
quale sono note ma se ne può comunque trovare un riassunto, per es., in
Bretone, Storia del diritto romano, Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 17 e
27: "Così come l'aveva concepita la Scuola storica (Puchta ne è, col
Savigny, un esponente di primissimo piano), la storia giuridica può
dirsi "dogmaticamente orientata". Oltre un secolo più tardi, questa
prospettiva è ancora attuale. Una compiuta storicizzazione degli studi
romanistici, sostiene Paul Koschaker, dissolverebbe il valore europeo
universale del diritto romano e la sua forza pedagogica, relegandolo
nella "vetrina di un museo": perciò bisogna respingerla." Per
incredibile che possa sembrare Koschaker scriveva queste righe nel '47
ma le rieditava tali e quali nel '66. Poco più di un decennio più tardi
Franz Wieacker deve ancora precisare "Se noi non vogliamo introdurre
presupposti che sono inammissibili nelle scienze empiriche (come per
esempio l'essere ideale del "diritto"), dobbiamo anche concedere che la
storia giuridica non si distingue dalla storia politica, dalla storia
socile e dalla storia delle letterature e dalle scienze per un suo
oggetto reale di indole particolare". Quanto lentamente sia penetrata
questa consapevolezza nell'insegnamento del diritto romano nelle facoltà
di giurisprudenza è facile constatarlo prendendo in mano un manuale di
istituzioni. Quindi, se da un lato la giusormanistica non si è ancora
emancipata pienamente da un'impostazione attualizzante, (relativamente)
di rado storici dell'antichità di formazione non giuridica padroneggiano
il diritto romano con la competenza necessaria per integrarlo pienamente
nei propri studi (questa era la mia impressione di profano, ma mi ha
confortato sulla sua fondatezza una conoscente specialista: prendi
naturalmente l'indicazione per quel che vale).
Saluti,
Arturo