Discussione:
La forza dell'armata rossa
(troppo vecchio per rispondere)
Andreas Brehme
2010-09-29 18:44:38 UTC
Permalink
Qualche tempo fa stavo rileggendo "La Tregua" di Primo Levi e mentre
procedevo di pagina in pagina mi colpivano molto le sue osservazioni
sull'Armata Rossa. Tra le righe i confronti con l'esercito tedesco e con la
macchina organizzativa tedesca in generale si sprecavano. Secondo Levi i
nazisti pianificano ogni minima cavolata, la gerarchia e la disciplina
nell'esercito venivano fatte rispettare a ogni dannatissimo costo, mentre
nell'Armata Rossa sembravano regnare l'anarchia, l'insubordinazione e la
disorganizzazione. Però, osservava sempre Levi, c'era un qualcosa di
altrettanto palpabile... non ricordo cos'è, purtroppo, ma appena mi becco il
libro sotto mano vado a vedere... che giocava a favore dei russi, che faceva
capire come mai alla fine sarebbero prevalsi loro nella guerra. Non so: così
su due piedi mi viene da paragonare questa forza a una specie di forza
d'animo, a una forza di volontà che ti fa sbaragliare il nemico più
agguerrito.
Voi che impressione avete dell'Armata Rossa che ha marciato su Berlino nella
seconda guerra mondiale? Che tipo di esercito era, in fin dei conti? Era un
avversario temibile per numero, per equipaggiamento, per la preparazione
strategica e tattica dei propri vertici...?
Qualcun altro di voi ha presente a grandi linee la realtà dell'esercito
russo così come la presenta Primo Levi nel suo libro? Gli accenti
sull'anarchia e sulla disorganizzazione erano fedeli o esagerati per fare un
po' di colore? E le lodi sperticate quasi in stile "destino manifesto" erano
a vostro avviso una sorta di omaggio politico che Levi, comunista, tributa
all'Unione Sovietica in pieni anni 60, presentata come potenza destinata a
vincere in forza quasi di una missione superiore, oppure anche in campo
militare i russi facevano valere di essere quella popolazione impenetrabile
ad esempio ai principi della psicanalisi nei confronti della quale, dunque,
non valevano i criteri di catalogazione che siamo... eravamo... abituati a
far valere per altre realtà (dunque per un esercito il criterio di
organizzazione, di gerarchia...)?
Michele
2010-09-30 07:34:49 UTC
Permalink
Post by Andreas Brehme
Qualche tempo fa stavo rileggendo "La Tregua" di Primo Levi e mentre
procedevo di pagina in pagina mi colpivano molto le sue osservazioni
sull'Armata Rossa. Tra le righe i confronti con l'esercito tedesco e con la
macchina organizzativa tedesca in generale si sprecavano. Secondo Levi i
nazisti pianificano ogni minima cavolata, la gerarchia e la disciplina
nell'esercito venivano fatte rispettare a ogni dannatissimo costo, mentre
nell'Armata Rossa sembravano regnare l'anarchia, l'insubordinazione e la
disorganizzazione. Però, osservava sempre Levi, c'era un qualcosa di
altrettanto palpabile... non ricordo cos'è, purtroppo, ma appena mi becco il
libro sotto mano vado a vedere... che giocava a favore dei russi, che faceva
capire come mai alla fine sarebbero prevalsi loro nella guerra. Non so: così
su due piedi mi viene da paragonare questa forza a una specie di forza
d'animo, a una forza di volontà che ti fa sbaragliare il nemico più
agguerrito.
Voi che impressione avete dell'Armata Rossa che ha marciato su Berlino nella
seconda guerra mondiale? Che tipo di esercito era, in fin dei conti? Era un
avversario temibile per numero, per equipaggiamento, per la preparazione
strategica e tattica dei propri vertici...?
Qualcun altro di voi ha presente a grandi linee la realtà dell'esercito
russo così come la presenta Primo Levi nel suo libro? Gli accenti
sull'anarchia e sulla disorganizzazione erano fedeli o esagerati per fare un
po' di colore? E le lodi sperticate quasi in stile "destino manifesto" erano
a vostro avviso una sorta di omaggio politico che Levi, comunista, tributa
all'Unione Sovietica in pieni anni 60, presentata come potenza destinata a
vincere in forza quasi di una missione superiore, oppure anche in campo
militare i russi facevano valere di essere quella popolazione
impenetrabile
ad esempio ai principi della psicanalisi nei confronti della quale, dunque,
non valevano i criteri di catalogazione che siamo... eravamo... abituati a
far valere per altre realtà (dunque per un esercito il criterio di
organizzazione, di gerarchia...)?
Evidentemente la prima osservazione da fare è che la Krasnaya Armiya che
Levi vide nel 1945 non era la stessa del 1937, del 1939 o del 1941. Quel
quid che forse aveva davvero o che forse Levi le attribuì è probabilmente lo
stesso quid che avevano anche gli alleati occidentali nello stesso anno, o
la Wehrmacht nel 1939-41, e cioè l'impressione di un esercito sulla cresta
dell'onda, che sta vincendo e che non può che vincere. Immagine che peraltro
ha anche un effetto concreto visto che influenza la disposizione d'animo sia
dei soldati di quell'esercito che dei nemici...

L'esercito sovietico nel 1945, sì, era temibile per tutto ciò che descrivi:
numero, equipaggiamento, capacità strategica ed esperienza tattica.
Per quanto riguarda il numero, va osservato che non si deve sotto questo
aspetto dar credito alla vulgata filotedesca secondo la quale i Sovietici
hanno vinto perchè erano 50 a 1. Mai stato vero. Non era vero nel 1941, e
non era vero nel 1945, anno in cui stavano, esattamente come i Tedeschi,
richiamando in anticipo i ragazzi delel classi di leva del 1946 o 47.
Tuttavia, a fronte dei Tedeschi, erano pur sempre tanti, e più avanzavano e
più potevano reclutare di nuovo nei loro territori liberati, nonchè mettere
in campo nuovi alleati (Polacchi, Rumeni).
Per quanto riguarda l'equipaggiamento, c'è poco di nuovo da dire. Certo i
Tiger e Tiger II erano carri impressionanti, ma invece di guardare i dati di
penetrazione dell'arma principale ad 1 km o di corazzatura, uno deve
guardare i dati di produzione, e confrontarli con quello del T-34: i pigmei
sono i Tiger. Ma oltre al numero, arrivati al 1945 i Sovietici erano anche
in grado di mettere in campo veicoli qualitativamente all'altezza dei Tiger.
I caccia sovietici del 1945 erano in grado di abbattere i Me 262. Ecc.
Per quanto riguarda le capacità strategiche, i Sovietici disponevano già nel
1937 di una dottrina superiore alla Blitzkrieg. Sfortunatamente la
disimpararono con le purghe. impararono poi il Blitzkrieg nel 1941, e già
nel 1942 erano in grado di sopportarlo, quando fatto dai nemici, e di
utilizzarlo, quando la stagione era quella a loro più consona. Dopodichè
tornarono alla superiorità strategica, come dimostrato dall'esemplare
lezione di Kursk.
Per quanto riguarda la tattica, anche qui dovettero imparare a prezzo di
sangue. Ma arrivati al 1945, le truppe esperte erano le loro, i veterani
tedeschi ormai erano morti o prigionieri o circondati in qualche sacca.
Arduino
2010-10-01 21:13:31 UTC
Permalink
"Andreas Brehme" <***@hotmail.it> ha scritto nel messaggio news:4ca38914$0$40283$***@reader2.news.tin.it...

Ho già risposto sull'altro ng.
Ma qui voglio fare un asserzione più concisa:
L'armata rossa in più aveva l'atavico odio che hitler era andato ad
innescare.
Ciao
Ad'I
ADPUF
2010-10-03 21:54:52 UTC
Permalink
Post by Arduino
Ho già risposto sull'altro ng.
L'armata rossa in più aveva l'atavico odio che hitler era
andato ad innescare.
Gli "atavici odi" sono costruzioni culturali piuttosto recenti.
--
+¿+
----
Arduino
2010-10-04 18:48:40 UTC
Permalink
Post by ADPUF
Gli "atavici odi" sono costruzioni culturali piuttosto recenti.
In che senso?
hitler non aveva ridestato la furia della steppa?
Ciao
Ad'I
----
Michele
2010-10-05 08:11:37 UTC
Permalink
Post by ADPUF
Post by Arduino
Ho già risposto sull'altro ng.
L'armata rossa in più aveva l'atavico odio che hitler era
andato ad innescare.
Gli "atavici odi" sono costruzioni culturali piuttosto recenti.
Bè, secondo me esistono anche quelli - ma l'aggettivo non è certo il più
adatto in questo caso specifico. Se si può generalizzare, l'atavico odio, se
esiste, di solito riguarda i vicini più diretti.
E' vero però che Hitler aveva scatenato un odio, solo che non era atavico;
era recente, e più che comprensibile.

Loading...