Discussione:
Torneo medioevale
(troppo vecchio per rispondere)
Arduino
2018-08-27 16:09:52 UTC
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Come scritto in Jus Primae Noctis, nell'alto medioevo la possibilità di
sposarsi solo per quei figli di contadini che avevano a disposizione un
podere, evitava la crescita demografica, e quindi la fame.
Però, si potrebbe obiettare che, se i contadini non potevano aumentare,
i nobili avrebbero potuto crescere indefinitamente.
Invece anche loro no. Normalmente ad ereditare era il figlio maggiore,
quasi sempre una figlia sposava il figlio di un feudatario vicino, di
solito fratello della sposa dell'erede al feudo. Le altre figlie e
figli restavano in aspettativa. La selezione poi le facevano i tornei.
A noi il fatto che ogni cavaliere combattesse per una donzella pare una
nota romantica. Invece quelle giostre erano uffici di collocamento.
Il vincitore sposava la figlia di un feudatario, e la coppia otteneva
un manso che gli permetteva di sostentarsi.
Gli sconfitti, dopo magari vari tentativi falliti, si facevano da parte
e si davano alla vita ecclesiastica, così come le sfortunate donzelle
su cui avevano puntato.
In tal modo si manteneva un perfetto equilibrio.
Tutto perfetto? No. I borghesi potevano aumentare indefinitamente, e
furono le loro città a rompere l'equilibrio.
--
Arduino d'Ivrea
Arduino
2018-08-29 17:55:54 UTC
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credo che il feudalesimo, nonostante quello che si crede abitualmente,
sia stata un'epoca di forte mobilità sociale.
Chi aveva testa dura e mano lesta, anche se veniva da dubbi natali,
poteva giocarsela; si trattava di una partita molto rischiosa, con
regole incerte, enormi scorrettezze, e quindi elevatissima probabilità
di lasciarci la pelle; ma i pochi sopravvissuti a questa selezione
ultradarwiniana vedevano aprirsi di fronte a sé parecchie strade.
Qualcuno si metteva al servizio di un nobile potente, e cercava di
sgomitare fra i concorrenti per arrivare a posizoni di prestigio, che
gli permettessero di tentare l'avventura individuale; altri si creavano
una base economica ai danni dei contadini, o di qualche proprietario in
declino, per poi usare la potenza fondiaria come trampolino di lancio
verso il riconoscimento ufficiale e l'agognato titolo.
Le dinastia feudali continuamente emergevano e sparivano; ed anche la
vita del nobile era una partita rischiosa. Bisognava saper scegliere
alleati e nemici, protettori e dipendenti; saper avere i contatti
giusti
con in grandi poteri lontani, e i piccoli poteri vicini; e soprattutto
bisognava avere figli e figlie, per muoversi nel mercato delle alleanze
matrimoniali. Era un gioco che ammetteva pochi errori, a volte uno solo
poteva significare la caduta nell'oblio della storia.
Quanto alle giostre, avevano la loro importanza, ed effettivamente si
rischiava di farsi molto male, anche di lasciarci la pelle; ma credo
che
avessero importanza molto più simbolica che reale, erano soprattutto un
segno di status, la prova dell'adesione ad uno stile di vita esclusivo.
Ad un certo punto anche la Crociata assunse un valore simbolico molto
grande, una partita in cui contava partecipare, non vincere - tanto,
dopo la prima, si perdeva sempre. Ma appartenere alla schiera eletta di
quelli che riuscivano a tornare e dire "ho combattuto contro i
turchi!",
accidenti, quello sì che era un risultato! In alternativa, essere
parente stretto di uno dei tanti che erano partiti, e non tornarono
più.

Arduino <***@mynewsgate.net:
Concordo pienamente, ma appunto i tornei nel sistema da te descritto
avevano un ruolo importante.
La prima selezione era fatta dalla scuola d'armi, che avviava verso la
carriera ecclesiastica i non atti alle armi, mentre permetteva di
accedere al cavalierato oltre ai figli cadetti, ai figli di contadini, e
ai bastardi di prelati e cavalieri, che mostrassero buone doti.
Però, come adesso, conseguita la laurea o diploma, non si aveva
automaticamente l'occupazione. Ovviamente per figli di marchesi e conti,
non dovevano esserci problemi, per ingraziarsi il padre qualcuno di
sicuro li ingaggiava. Per gli altri il ruolo iniziale era di cavalieri
erranti, (Cervantes non ha inventato, ha solo trasferito nella sua epoca
un cavaliere) che accorrevano in cerca di brevi ingaggi dove c'erano
guerre, ma il sistema di promozione era il torneo. La schiappa restava
cavaliere errante, oppure andava a fare il monaco o il brigante. Il
campione aveva ottime possibilità di ingaggio, che spesso erano anche di
matrimonio con una figlia minore del suo signore (Il numero di cavalieri
in servizio permanente era basso, da due, a un massimo di venti per
castello) In sostanza, fra i morti in guerra e nei tornei, i cavalieri
che restavano scapoli, e coloro che si avviavano alla vita ecclesiastica,
il numero dei cavalieri restava sostanzialmente statico. Allo stesso modo
il maggiorascato rendeva stabile il numero dei nobili, e il bisogno di
avere il consenso del signore per sposarsi, che lo dava solo a chi poteva
avere un podere a disposizione, rendeva stabile il numero dei contadini.
A Rompere l'equilibrio furono le città come Genova, dove non essendoci
limiti, la popolazione è cresciuta e ha sottomesso il contado.
--
Arduino d'Ivrea
Arduino
2018-08-30 12:46:47 UTC
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queste considerazioni mi ricordano il fatto che geneticamente i
contadini europei e i loro nobili appartenevano per la maggior parte
agli aplogruppi ariani y-dna (R) e mtdna (H), per cui avevano
abbastanza
cervello da limitare le nascite entro le risorse del sistema economico.
Durante i regni delle dinastie ariane europee dei Borboni e degli
Asburgo proliferarono i conventi e i monasteri dove venivano reclusi
gran parte degli inetti alla riproduzione. Nei secoli più moderni la
civiltà europea continuò ad essere saggiamente regolata
demograficamente
attraverso la forca, i manicomi coatti, le politiche affamatrici del
popolo, l'abuso di droghe e alcol, e ogni tanto anche qualche guerra
askenaziti, slavi, zingari, terroni... che proliferarono come cavalette
nonostante il bel repulisti durante la IIguerra mondiale; e adesso
arrivano i neger.
Arduino <***@mynewsgate.net>:
In tutta onestà, mi pare ardito attribuire una superiore intelligenza
dovuta ad aplogruppo eletto a gente che sfornava 10-12 pargoli a cranio.
In realtà, non è che la biscia strisci perché è astuta, ma perché non ha
le gambe;((
Gli uomini del medioevo facevano sfornare alle consorti un numero
sconsiderato di eredi, poi di eredità ne avevano per uno solo. La natura
per loro fortuna provvedeva a ridurre a un quarto i nati prima che
arrivati a vent'anni potessero procreare, normalmente poi venivano tenuti
in quarantena ancora fino ai 26-27, a quel punto il primo si sposava, e
una figlia veniva data in sposa, spesso al cognato. gli altri, se erano
contadini facevano i braccianti scapoli o andavano monaci, se erano
nobili, contando anche sul fatto che ne sopravvivevano un poco di più,
avevano la scelta fra il cavaliere scapolo che si ammogliava solo se in
gamba, o l'ecclesiastico celibe. Se borghese, ci pensavano le epidemie o
la fame ad eliminare il surplus.
Con i vescovi conti, il potere è passato in città, quindi la pappatoria
ha cominciato ad arrivare fissa, e a fare il controllo demografico
rimasero solo le epidemie. Non riuscendo a fare tutto da sole, si fecero
dare una mano dalle carestie che con l'aumento di popolazione vennero
copiose.
--
Arduino d'Ivrea
Jurassic Park
2018-09-02 18:06:39 UTC
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Post by Arduino
Gli uomini del medioevo facevano sfornare alle consorti un numero
sconsiderato di eredi, poi di eredità ne avevano per uno solo.
Credo che la tua analisi vada rovesciata. Gli uomini del Medioevo, ma anche
quelli dell'Evo Moderno e di quello Contemporaneo fino ad un secolo fa o
poco meno, facevano molti figli perché la mortalità infantile era altissima,
e non essendoci nessuna forma di pensione l'unica speranza di sopravvivenza
per un contadino in vecchiaia era di avere qualche figlio superstite che
continuasse a lavorare il podere e gli impedisse di morire di fame. Essere
senza figli era una cosa terribile per un contadino, significava dover
continuare a spaccarsi la schiena lavorando la terra fino a che non ne era
più capace, e poi sperare di vivere in qualche modo della carità di altri
che avevano poco da sprecare.
Fino a cent'anni fa dalle mie parti le ragazze contadine si sposavano solo
quando rimanevano incinte, perché i loro fidanzati volevano essere sicuri
che potessero avere figli: da cui il vecchio detto, un po' ingeneroso verso
le mie conterranee, "Lucchesia, non ce n'è una che non ci stia".
Naturalmente per i nobili non c'era questa necessità di qualcuno che li
mantenesse in vecchiaia ma c'era quella di assicurare la sopravvivenza del
nome (che si trasmetteva d'ordinario solo per via maschile) e la mortalità
infantile e giovanile rimaneva comunque alta per cui conveniva avere diverse
"riserve" pronte all'occorrenza.
Mio nonno materno, che apparteneva alla "piccola nobiltà" lucchese, aveva
otto o nove tra fratelli e sorelle diversi dei quali morirono giovani.
Naturalmente poteva sorgere a posteriori il problema di trovare una
occupazione ai figli sopravvissuti che fossero "di troppo", e allora si i
nobili li indirizzavano verso la carriera militare o quella ecclesiastica e
i plebei si arrangiavano come potevano, mandandoli in seminario o per i più
avventurosi a fare il soldato; da cui i tanti cognomi "Del Soldato" o
"Dell'Omodarme" o simili, ma anche qualche "Del Prete"...

Carlo "Jurassic Park"
Arduino
2018-09-03 12:36:04 UTC
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Post by Jurassic Park
Post by Arduino
Gli uomini del medioevo facevano sfornare alle consorti un numero
sconsiderato di eredi, poi di eredità ne avevano per uno solo.
Credo che la tua analisi vada rovesciata. Gli uomini del Medioevo, ma anche
quelli dell'Evo Moderno e di quello Contemporaneo fino ad un secolo fa o
poco meno, facevano molti figli perché la mortalità infantile era altissima,
e non essendoci nessuna forma di pensione l'unica speranza di
sopravvivenza
Post by Jurassic Park
per un contadino in vecchiaia era di avere qualche figlio superstite che
continuasse a lavorare il podere e gli impedisse di morire di fame. Essere
senza figli era una cosa terribile per un contadino, significava dover
continuare a spaccarsi la schiena lavorando la terra fino a che non ne era
più capace, e poi sperare di vivere in qualche modo della carità di altri
che avevano poco da sprecare.
Fino a cent'anni fa dalle mie parti le ragazze contadine si sposavano solo
quando rimanevano incinte, perché i loro fidanzati volevano essere sicuri
che potessero avere figli: da cui il vecchio detto, un po' ingeneroso verso
le mie conterranee, "Lucchesia, non ce n'è una che non ci stia".
Naturalmente per i nobili non c'era questa necessità di qualcuno che li
mantenesse in vecchiaia ma c'era quella di assicurare la sopravvivenza del
nome (che si trasmetteva d'ordinario solo per via maschile) e la mortalità
infantile e giovanile rimaneva comunque alta per cui conveniva avere diverse
"riserve" pronte all'occorrenza.
Mio nonno materno, che apparteneva alla "piccola nobiltà" lucchese, aveva
otto o nove tra fratelli e sorelle diversi dei quali morirono giovani.
Naturalmente poteva sorgere a posteriori il problema di trovare una
occupazione ai figli sopravvissuti che fossero "di troppo", e allora si i
nobili li indirizzavano verso la carriera militare o quella ecclesiastica e
i plebei si arrangiavano come potevano, mandandoli in seminario o per i più
avventurosi a fare il soldato; da cui i tanti cognomi "Del Soldato" o
"Dell'Omodarme" o simili, ma anche qualche "Del Prete"...
Carlo "Jurassic Park"
Effettivamente la questione va rovesciata se la si vede dalla parte dei
genitori.
Mentre io, grazie alla pensione e alla sopravvivenza pressoché totale dei
figli, avrei potuto tranquillamente avere un figlio unico, così non avrei
potuto fare in altra epoca.
Solo a metà degli anni novanta del milleottocento la percentuale dei
bambini che sopravvivevano oltre i cinque anni ha superato quella dei nati
morti e dei deceduti entro il primo lustro di vita. Motivo per cui, tenendo
conto dell'alta mortalità che colpiva le persone anche nelle età
successive, se avessi avuto un solo figlio maschio avrei avuto molte
probabilità di giungere alla vecchiaia senza nessuno che potesse
sostentarmi. Triste sorte che comunque capitava a coloro che non avevano
figli, o i cui figli premorivano ai genitori.
Fino al periodo fra le due guerre, e anche oltre, fu triste consuetudine
che gli anziani senza mezzi di sostentamento il venerdì andassero nei paesi
vicini dove si vergognavano meno, a questuare, ricevendo qualche monetina
o scodellette di farina di granoturco, grazie alle quali potevano condurre
una grama esistenza fino alla fine dei loro giorni.
In simili contesti, tenendo conto che si parla di epoca ancora antecedente
in cui non esistevano i vaccini, avere nove, dieci, o dodici figli era
l'unico modo per avere, se non la sicurezza, perlomeno alta possibilità che
ce ne fosse ancora qualcuno vivente nel momento del proprio bisogno (se si
aveva un contratto di affitto permanente, o un'attività come una bottega o
un mulino, bastava una figlia, si cedeva l'attività o il contratto al
genero in cambio del mantenimento)
Però un conto è la statistica, un conto è il dato reale, per cui poteva
darsi benissimo che il contadino o il mugnaio avessero quattro o cinque
maschi che giungevano in età adulta. Non potendo moltiplicare poderi o
mulini, l'attività passava al primo, per gli altri, perlomeno fino attorno
al mille, la soluzione fu il celibato, con matrimonio solo se si
presentavano opportunità, tipo lo sposare una figlia di uno che avesse
un'attività senza avere figli maschi, oppure figlie minori dei signorotti
che li ingaggiavano per i cavalieri, ecc.
Poi con la fine del sistema feudale i limiti al matrimonio si attenuarono,
e il controllo demografico passò a carestie e epidemie.
--
Arduino d'Ivrea
Arduino
2018-09-01 11:01:27 UTC
Permalink
...
e allora mi sapresti spiegare perchè in migliaia di anni gli africani
dell'Africa subsahariana non hanno saputo costruire una loro civiltà
originale? Persino dopo la colonizzazione europea e la successiva
indipendenza, i neger africani non sanno gestire i loro stati le loro
istituzioni e le loro città sul modello europeo. C'è qualcosa che non
va
nei neger per cui non possono essere mai veramente civilizzati.
E'come
ammaestrare le scimmie a vestirsi e mangiare col cucchiaio, poi
abbandonarle a se stesse, e pretendere che continuino a comportarsi
in
modi umani.
Arduino <***@mynewsgate.net> risponde ulteriormente:

A ogni cosa bisogna dare il suo tempo. La scrittura viene inventata in
Sumeria circa nel 3200 aC. si costruiscono città, mura, la scrittura
arriva
in Egitto, Piramidi, poi la civiltà si allarga, le sette meraviglie del
mondo, sbarca in Europa, Grecia e poi Italia, Roma sta costruendo il
colosseo, i germani vivono ancora in capanne.
Clima particolarmente mite? Aplogruppo sfigato? No, dagli tempo, 800
anni e
con l'arrivo dei Franchi cominciano a fare case in muratura. altri
mille,
fondono i 280 regni in unità statale. Qualche piccolo altro segno di
inciviltà, ma infine si portano alla pari. Ti assicuro che i "negher"
non
avranno bisogno di 5.000 anni;))
--
Arduino d'Ivrea
Arduino
2018-09-06 05:32:08 UTC
Permalink
questo è interessante. Bisogna vedere che razza di tedeschi vivessero in
Germania prima dei tedeschi moderni. L'aplogruppo (I) Y-DNA, era
caratteristico delle popolazioni primitive europee prima dell'arrivo
degli agricoltori dal Medio Oriente. Ancora oggi quasi un 40% degli
scandinavi e delle popolazioni che vivono nel nord della Germania
portano questo aplogruppo (I). Per spiegarti di quali individui stiamo
parlando: i banditi sardi pecorari e gli zingari della Bosnia, portano
l'aplogruppo (I)
Arduino <***@mynewsgate.net> risponde:

Qualche spostamento c'è anche stato, qualcuno, come gli Avari, è
addirittura
scomparso dalla faccia della terra, però grandi esodi non ci sono stati, e
comunque una cosa è certa: in Germania non è giunta una nuova popolazione
che
sapeva costruire le case. Ad imparare a farle furono i vecchi germani che
per
quasi ottomila anni erano vissuti in capanne mentre altri costruivano in
pietra.
Un po' gnucchi erano, e sono restati, ma come ogni altra popolazione, non
appartenevano a un aplogruppo che non fosse in grado di civilizzarsi.
Semplicemente i popoli mediterranei avevano inventato un aratro adatto alle
loro terre, e ai Germani non vennero mai in mente modifiche per adattarlo
alle
loro.
Poi quando i popoli mediterranei inventarono il sistema vomere-versorio, i
tedeschi si misero a usarlo e non ebbero più bisogno di spostarsi ogni sei
o
sette anni per trovare un'altro bosco da incendiare per piantare i fagioli
nella cenere.
Perciò quando poi i Franchi cominciarono a costruirgli delle chiese in
muratura, non ci misero moltissimo a copiare e costruirsi case non avendo
più
bisogno di nomadare.
Quindi a determinare, è la natura, non gli aplogruppi.
--
Arduino d'Ivrea
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