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Terre e acque di Milano
(troppo vecchio per rispondere)
Arduino
2010-10-30 21:19:01 UTC
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Alla domanda come facesse Milano fin dal medioevo ad avere molti più
abitanti delle altre città padane, tutti darebbero risposte del tipo:
L'industria, i commerci...
Niente di più inesatto: non è che Milano producesse niente, ma produceva
poco e quasi tutto per sé stessa, non è che non esportasse, ma esportava
poco. Infatti, il Naviglio Grande, non ha neppure una chiusa, mentre il
Naviglio di Bereguardo, con meno pendenza, ne ha una quindicina: il
motivo è semplice: i barconi che trasportavano le merci a Milano,
ritornavano vuoti o pressoché vuoti (Una cobbia di una dozzina di barche
veniva trainata dai cavalli in un giorno fino ad Abbiategrasso, poi in
due giorni i cavalli ne tiranano metà a Tornavento, venivano caricati i
cavalli su un barcone per tornare a recuperare gli altri barconi. Quindi
uno per volta venivano tirati su per il tratto di Ticino, tempo
dell'operazione quindici giorni)Mentre il Naviglio di Bereguardo aveva
le conche perché in esso i barconi diretti a milano erano controcorrente.
Allora ci si domanderà, di cosa viveva la popolazione milanese?
Semplice, viveva alle spalle del contado, all'epoca del Lombardo-Veneto,
gli austriaci avevano censito in Milano 16.800 persone che vivevano del
reddito agrario. Ben oltre il dieci per cento della popolazione, ed
essendo le più ricche, erano loro che facevano girare quasi tutto il
resto dell'economia.
Milano era circondato da quelle che alcuni agronomi considerano le terre
più fertili del mondo, inoltre aveva la quasi esclusiva
dell'irrigazione: Il Naviglio Grande trasportava 1033 once di acqua,
ciascuna delle quali in una settimana irrigava 200 pertiche milanesi (il
sistema di irrigazione era arcaico: Un fossetto posto in posizione un
po' più elevata aveva al suo fianco due ali di terra larghe una gittata
(5,40 metri)o una gittata e mezza, a lato delle quali stavano due
fossetti scolmatori; il contadino faceva entrare l'acqua nel fosso
centrale che arrivata in fondo, cominciava a defluire, quindi si portava
una decina di metri in avanti e bloccava l'acqua con un incastro di
ferro (basil) che veniva conficcato nella terra a mo di mannaia,
irrigato anche il penultimo tratto si portava avanti di un altra decina
di metri, fino al completamento dell'operazione, solo circa un settimo
dell'acqua veniva assorbito dal terreno, il resto attraverso gli
scolmatori veniva convogliato nei terreni sottostanti in cui si eseguiva
la stessa procedura.
Ma oltre al Naviglio il contado aveva una miriade di fontanili, in
origine, erano stati scavati per far defluire l'acqua dalle paludi,
Esiste ancora ad esempio il Mischia, che convogliava l'acqua di una
quindicina di fontanili nel pavese, nell'alto medioevo, questi "fiumi"
erano cinque o sei (Barona, ecc.) la loro origine era probabilmente
romana, ma prosciugate paludi ed acquitrini, accanto a quelli che
convogliavano l'acqua nel pavese, ne furono costruiti centinaia per
irrigare il contado milanese. Secondo gli statuti dell'epoca, i
proprietari dei terreni non potevano opporsi allo scavo di un fontanile,
come risarcimento per l'incomodo, il costruttore del fontanile doveva
acquistare la terra occupata dall'acqua e dalle sponde, ma queste
restavano in godimento all'antico proprietario che vi piantumava piante.
Scavare un fontanile per chi ne aveva il capitale era un affare, l'acqua
veniva venduta nel sei-settecento a circa quattromila lire l'oncia (Un
oncia d'acqua milanese è l'equivalente dell'acqua che passerebbe in una
finestrella alta 4,91 cm e larga 59,1 cm con l'acqua in entrata due once
(9,82cm) più alta della finestrella (Che naturalmente per evitare si
ingorgasse era quadrata) e a raso in uscita. Oppure veniva affittata
annualmente per 250-350 lire. Anche chi acquistava l'acqua faceva un
buon affare: nel censimento teresiano, i campi asciutti erano valutati
dalle 18 alle trenta lire la pertica (pertica milanese 654,5 metri
quadrati) i prati irrigui 84 lire, pertanto, dato che con un oncia si
irrigavano settimanalmente duecento pertiche, il guadagno (tolte le
spese di manutenzione del fontanile) era di 10.800 (se si trattava delle
terre asciutte migliori, altrimenti poteva essere di lire 13.200 ) lire,
di cui dedotte le quattromila di spesa (sempre che acquirente e
venditore non fossero la stessa persona o la stessa cooperativa) si
aveva un netto di 6.800 lire. Come accennato, gli acquirenti dell'acqua,
spesso erano più di uno, che pagavano la quota di acquisto o affitto in
base alla frazione delle 168 ore settimanali che possedevano. Un
fontanile, irrigava da poche decine, a 900-1.000 pertiche di terreno,
talvolta per aumentare i terreni irrigati, la ruota, anziché settimanale
veniva fatta di 11 o 14 giorni.
Erano questi campi fertili ed irrigati che procuravano la ricchezza di
Milano.
Arduino
2010-10-31 11:34:30 UTC
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Il 30/10/2010 23.19, Arduino ha scritto:

Ma perché è venuto sotto il precedente thread sulle cavolate di Mussolini?
Comunque approfitto per un ultima postilla sull'irrigazione:
Mentre l'acqua del Naviglio veniva venduta od affittata ad un numero
fisso di once, per un fontanile nuovo, veniva misurata per tre anni da
dei periti che stabilivano l'onciato, ed in base a questo veniva pagata.
Due esempi, Il Marchese di Soncino cedette al Il nobile Francesco
Gallina 387 pertiche di bosco, avendo concordato cento pertiche per ogni
oncia d'acqua del fontanile Gallina.
Carlo Borri Vendette a Francesca Rinzio due giornate del fontanile
Madonna su ruota quattordicinale a novecento lire ciascuna (se il prezzo
era stabilito in quattromila lire l'oncia, quel fontanile evidentemente
aveva un onciato di 3,15 once).
Ad'I
michele
2010-11-02 16:24:21 UTC
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Post by Arduino
Alla domanda come facesse Milano fin dal medioevo ad avere molti più
L'industria, i commerci...
Niente di più inesatto: non è che Milano producesse niente, ma produceva
poco e quasi tutto per sé stessa, non è che non esportasse, ma esportava
poco.
A me questo non risulta proprio: basta consultare quattro librastri di
storia per lvedere che Milano era una delle città leader in europa
per la produzione di alcune merci, in primis dei capi in lana, che
venivano argamente esportati, lavorazione poi seguita e potenziata
dagli Umiliati che con questo si arricchirono in modo impressionante
(trattennero perfino la corona ferrea in cambio di denaro) e che sotto
il Borromeo fecero la fine che fecero, ma siamo già fuori dal medioevo
;-)

Accanto a questo occorre ricordare che la grande produzione agricola
(oltre ai fontanili di cui parli) era dovuta anche alla tecnica delle
marcite, iniziata a sud-ovest e poi largamente estesa, ora conservata
e finanziata nel parco del ticino. Consentiva di raddoppiare il
raccolto di foraggio e quindi la produzione/sfruttamento di animali.
Come in molte città vi era grandi ricchezze e grandi povertà, sia in
epoca romana (vedi le carenze alimentari evidenziata nell'analisi dei
denti citata nel museo archeologico di via Magenta dove si evidenzia
più povertà a Milano in confronto di Como), o le testimonianze più
tarde come quella degli ambasciatori della Serenissima, che descrivono
Milano come la città più popolosa della cristianità e fatta di molti
poveri, con ricchi che si prodigano con grandi opere caritatevoli (a
dismostrare -se ce ne fosse bisogno- che le opere caritatevoli non
sollevano dalla povertà, si tratta di raddrizzare l'economia.) Un
insegnamento anche a chi privilegia la cassa integrazione a una
riforma del welfare?
ciao
MM
Arduino
2010-11-02 18:42:33 UTC
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Post by michele
A me questo non risulta proprio: basta consultare quattro librastri di
storia per lvedere che Milano era una delle città leader in europa
per la produzione di alcune merci, in primis dei capi in lana, che
venivano argamente esportati, lavorazione poi seguita e potenziata
dagli Umiliati che con questo si arricchirono in modo impressionante
(trattennero perfino la corona ferrea in cambio di denaro) e che sotto
il Borromeo fecero la fine che fecero, ma siamo già fuori dal medioevo
;-)
Dove pensi abbia appreso queste notizie?
Inoltre non ho detto che non esportava niente: Esportava poco, e
l'esportato serviva ad aumentare la sua ricchezza, non per un
interscambio col contado, verso il quale si comportava in maniera
parassitaria.
Post by michele
Accanto a questo occorre ricordare che la grande produzione agricola
(oltre ai fontanili di cui parli) era dovuta anche alla tecnica delle
marcite, iniziata a sud-ovest e poi largamente estesa, ora conservata
e finanziata nel parco del Ticino. Consentiva di raddoppiare il
raccolto di foraggio e quindi la produzione/sfruttamento di animali.
La marcita, era l'aspetto invernale dell'irrigazione coi Fontanili (Che
nel secondo dopoguerra avevano ancora una portata complessiva pari al
naviglio) e appunto del Naviglio. In inverno, alcune terre uscivano
dalla ruota dell'irrigazione e col surplus di acqua irrigavano le marcite.
Post by michele
Come in molte città vi era grandi ricchezze e grandi povertà, sia in
epoca romana (vedi le carenze alimentari evidenziata nell'analisi dei
denti citata nel museo archeologico di via Magenta dove si evidenzia
più povertà a Milano in confronto di Como), o le testimonianze più
tarde come quella degli ambasciatori della Serenissima, che descrivono
Milano come la città più popolosa della cristianità e fatta di molti
poveri, con ricchi che si prodigano con grandi opere caritatevoli (a
dismostrare -se ce ne fosse bisogno- che le opere caritatevoli non
sollevano dalla povertà, si tratta di raddrizzare l'economia.) Un
insegnamento anche a chi privilegia la cassa integrazione a una
riforma del welfare?
L'estrema povertà è stata una caratteristica mondiale comune fino
attorno al novecento, con graduale e dismogeneo miglioramento a partire
da quell'epoca (In Italia a partire dalla fine 1895) La causa consisteva
innanzitutto nel fatto che ogni famiglia sfornava otto-dodici bocche,
per cui le due alternative erano: Decuplicazione della popolazione ad
ogni generazione; controllo demografico effettuato da pestilenze guerre
carestie. Ovviamente a vincere era la seconda alternativa, tranne nei
periodi successivi alle pestilenze, in cui si effettuava un corsa per
sostituire le bocche che erano sparite. L'assistenza, purtroppo aggrava
anziché risolvere il problema: Una parte sempre più grande di
popolazione che sarebbe sparita gradualmente non avendo mezzi di
sostentamento, sopravvive grazie alla carità, finché una crisi più forte
del solito, la abbandona ad un destino di fame.
Ciao
Ad'I
Post by michele
ciao
MM
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