Arduino
2010-06-27 12:43:59 UTC
Ho letto un interessantissimo libro del regista Paul Verhoeven, scritto dopo
anni di ricerche sia personali sia con il gruppo Seminar. E' una specie di
analisi logica, basata su ferrei metodi deduttivi, dei Vangeli. Nei quali
distingue: detti che contraddistinguono chiaramente il linguaggio di una
stessa persona da probabili aggiunte o correzioni che appaiono stonate,
miracoli possibili, miracoli impossibili. Con l'aggiunta della teoria che i
miracoli impossibili coprano situazioni imbarazzanti e che il ricorso
adattato di brani biblici copra ciò che l'evangelista non può sapere (Per
fare un esempio, la passione di Gesù in cui gli apostoli dormendo (o essendo
addirittura assenti) non potevano aver portato testimonianza di ciò che
disse o addirittura pensò.
Riassumendo la cronologia logica: Gesù nasce in circostanze poco chiare da
Maria, forse in seguito ad uno stupro (Subito dal romano Pandera?) in
occasione dei disordini che seguirono la morte di erode il Grande; o ad una
scappatella della medesima. Gli evangelisti coprono la situazione
imbarazzante con un miracolo impossibile (smentito dagli stessi Vangeli che
fanno andare Maria coi suoi fratelli a cercare di riprendere Gesù che in
sostanza ritenevano impazzito dopo l'inizio delle prediche): Quindi Gesù
cresce, si fa battezzare da Giovanni Battista, evidentemente un fanatico
egocentrico dato che predica che la salvezza dalla imminente distruzione
(Non ancora avvenuta dopo duemila anni) può avvenire solo facendosi
battezzare da lui. Gesù ne diviene un "fanatico" seguace. Probabilmente con
alcuni compagni fa un raid fra i mercanti di olocausti nel tempio, per
significare che erano inutili, che l'unica salvezza era il battesimo di
Giovanni. In seguito a questa azione le sue azioni crescono, si mette a
battezzare per suo conto, suscitando perplessità e sdegno fra i discepoli di
Giovanni e probabilmente in Giovanni medesimo.
Poi però Giovanni è arrestato, Gesù si ritira nel deserto (i famosi quaranta
giorni) dove ha una crisi di coscienza (le tentazioni) Riappare comunque a
Cafarnao nella sinagoga. Un presente, sapendolo ricercato lo apostrofa: Cosa
vuoi da noi (Ecc.) Gesù risponde a tono dandogli del demonio, il suo
contraddittore ha una violenta crisi epilettica e crolla a terra. Gli
astanti e lo stesso Gesù credono che gli abbia cacciato un demone (Infatti
Gesù si ritira in preghiera) Si convince pertanto di essere strumento di Dio
per l'avvento del nuovo regno: col forte impatto psicologico della sua
sicurezza effettua guarigioni, che l'autore considera più che altro
esorcismi (all'epoca si pensava che le malattie fossero causate da demoni
che corrodevano il corpo) mentre con le parabole illustra il nuovo regno.
Dopo alcuni mesi Giovanni è messo a morte, Gesù teme di nuovo di essere
arrestato a sua volta, lascia Cafarnao, ma una folla che vede in lui il
successore di Giovanni lo segue, Gesù temendo l'arrivo degli erodiani
predica loro da una barca, poi si sposta sulla sponda opposta sempre seguito
dalla folla. Qui avviene un altro miracolo Impossibile. la moltiplicazione
dei pani e dei pesci. L'autore analizza, tolto il valore eucaristico del
pane, ed escludendo che quattro Vangeli citino sei volte l'episodio
basandosi sul nulla, deduce si sia trattato di una distribuzione gratuita di
pesci pescati da pescatori solidali con la folla nemica di Erode. La folla
vorrebbe fare Cristo re, ma questi per non violenza o mancanza di coraggio
si sottrae deludendo molti che non andranno più con lui. Sale a Tiro,
Sidone, fa un largo giro e scende in Giudea dove riaccende speranze ed
aspettative cui egli stesso crede e lo inducono ad una plateale entrata in
Gerusalemme. Le palme farebbero pensare all'autore alla festa delle capanne
(Settembre-Ottobre) Vi rimane tre mesi tenendo come base Betania a mezz'ora
di cammino. Ma non succede niente, anzi Gesù va in contrasto coi farisei e
preoccupa il sinedrio che spicca un ordine di arresto. Gesù si sottrae
rendendosi latitante e viene condannato a morte in contumacia. Gesù si
convince che il regno debba passare attraverso la sua morte, fa profezie al
riguardo, però si ribella intimamente all'idea, chiede a Dio di allontanare
da lui l'amaro calice. Viene arrestato Eleasar (Lazzaro), colui dove
evidentemente risiedeva prima di allontanarsi, quasi sicuramente è
torturato. Gesù trascorre due giorni d'angoscia, consegnandosi salverebbe il
suo benefattore ma siglerebbe la sua condanna a morte. Si decide, va a
Betania, ma Maria sorella di Lazzaro gli dice che è già morto: Gesù ha una
reazione di dolore esagerata per uno che stia per compiere una resurrezione,
ma comprensibilissima in chi apprende della morte dell'amico, causata forse
in parte dai suoi indugi. Il miracolo impossibile ancora una volta copre
l'imbarazzo. Gesù comunque si convince che Dio non voglia la sua morte, che
davvero la violenza sia la soluzione, cambia prediche, dice ai suoi
discepoli Chi non ha spada venda il mantello e ne compri una (Infatti
all'arresto fu difeso con spade) Forse in parte cambiò i discepoli, durò
forse un paio di mesi, finché fu tradito dopo che aveva deciso una riunione
in "una casa sicura"
L'autore giudica improbabile la fuga dei discepoli, dato che Giovanni
accenna che gli uomini del sinedrio erano rafforzati da una Speira (200
uomini) romana, e gli sembra inverosimile che non avessero proceduto
all'arresto neppure di colui che con la spada aveva mozzato un orecchio,
tesi rafforzata dal fatto che sempre il Vangelo parla di un giovinetto che
preso per il lenzuolo che lo copriva fuggì nudo, perché questo particolare,
se sembrerebbe che gli altri siano sfuggiti senza difficoltà a oltre
duecento uomini? Pertanto l'autore suppone che gli uomini che erano con Gesù
non fossero i dodici, ma persone che furono con lui arrestate e condannate,
rese anonime nei panni dei due ladroni dato che se si poteva sperare di far
digerire ai romani l'adorazione di uno cui lo stesso Pilato aveva mostrato
di non credere alla colpevolezza, sarebbe stato molto più difficile se fosse
stato capo di un manipolo perito con lui.
Riguardo alla vicenda terrena, la ritiene conclusa con la crocefissione.
Oltre al "miracolo impossibile, Verhoeven sottolinea un particolare: Il
risorto si esprimeva in questo modo: Non temete. Perché siete turbati?
Perché piangi? Chi cerchi? Pace a voi. Toccatemi. Non mi trattenere. Avete
qualcosa da mangiare? Portate un po' del pesce che avete preso ora. Venite a
mangiare. Ricevete lo spirito santo. Pasci i miei agnelli. Pascola le mie
pecore. Cioè neppure una pallida ombra dell'arguto oratore che era stato
Cristo.
Ad'I
Uomo Gesù: La vera storia di Gesù di Nazaret. Paul Rerhoeven. Marsilio ed.
anni di ricerche sia personali sia con il gruppo Seminar. E' una specie di
analisi logica, basata su ferrei metodi deduttivi, dei Vangeli. Nei quali
distingue: detti che contraddistinguono chiaramente il linguaggio di una
stessa persona da probabili aggiunte o correzioni che appaiono stonate,
miracoli possibili, miracoli impossibili. Con l'aggiunta della teoria che i
miracoli impossibili coprano situazioni imbarazzanti e che il ricorso
adattato di brani biblici copra ciò che l'evangelista non può sapere (Per
fare un esempio, la passione di Gesù in cui gli apostoli dormendo (o essendo
addirittura assenti) non potevano aver portato testimonianza di ciò che
disse o addirittura pensò.
Riassumendo la cronologia logica: Gesù nasce in circostanze poco chiare da
Maria, forse in seguito ad uno stupro (Subito dal romano Pandera?) in
occasione dei disordini che seguirono la morte di erode il Grande; o ad una
scappatella della medesima. Gli evangelisti coprono la situazione
imbarazzante con un miracolo impossibile (smentito dagli stessi Vangeli che
fanno andare Maria coi suoi fratelli a cercare di riprendere Gesù che in
sostanza ritenevano impazzito dopo l'inizio delle prediche): Quindi Gesù
cresce, si fa battezzare da Giovanni Battista, evidentemente un fanatico
egocentrico dato che predica che la salvezza dalla imminente distruzione
(Non ancora avvenuta dopo duemila anni) può avvenire solo facendosi
battezzare da lui. Gesù ne diviene un "fanatico" seguace. Probabilmente con
alcuni compagni fa un raid fra i mercanti di olocausti nel tempio, per
significare che erano inutili, che l'unica salvezza era il battesimo di
Giovanni. In seguito a questa azione le sue azioni crescono, si mette a
battezzare per suo conto, suscitando perplessità e sdegno fra i discepoli di
Giovanni e probabilmente in Giovanni medesimo.
Poi però Giovanni è arrestato, Gesù si ritira nel deserto (i famosi quaranta
giorni) dove ha una crisi di coscienza (le tentazioni) Riappare comunque a
Cafarnao nella sinagoga. Un presente, sapendolo ricercato lo apostrofa: Cosa
vuoi da noi (Ecc.) Gesù risponde a tono dandogli del demonio, il suo
contraddittore ha una violenta crisi epilettica e crolla a terra. Gli
astanti e lo stesso Gesù credono che gli abbia cacciato un demone (Infatti
Gesù si ritira in preghiera) Si convince pertanto di essere strumento di Dio
per l'avvento del nuovo regno: col forte impatto psicologico della sua
sicurezza effettua guarigioni, che l'autore considera più che altro
esorcismi (all'epoca si pensava che le malattie fossero causate da demoni
che corrodevano il corpo) mentre con le parabole illustra il nuovo regno.
Dopo alcuni mesi Giovanni è messo a morte, Gesù teme di nuovo di essere
arrestato a sua volta, lascia Cafarnao, ma una folla che vede in lui il
successore di Giovanni lo segue, Gesù temendo l'arrivo degli erodiani
predica loro da una barca, poi si sposta sulla sponda opposta sempre seguito
dalla folla. Qui avviene un altro miracolo Impossibile. la moltiplicazione
dei pani e dei pesci. L'autore analizza, tolto il valore eucaristico del
pane, ed escludendo che quattro Vangeli citino sei volte l'episodio
basandosi sul nulla, deduce si sia trattato di una distribuzione gratuita di
pesci pescati da pescatori solidali con la folla nemica di Erode. La folla
vorrebbe fare Cristo re, ma questi per non violenza o mancanza di coraggio
si sottrae deludendo molti che non andranno più con lui. Sale a Tiro,
Sidone, fa un largo giro e scende in Giudea dove riaccende speranze ed
aspettative cui egli stesso crede e lo inducono ad una plateale entrata in
Gerusalemme. Le palme farebbero pensare all'autore alla festa delle capanne
(Settembre-Ottobre) Vi rimane tre mesi tenendo come base Betania a mezz'ora
di cammino. Ma non succede niente, anzi Gesù va in contrasto coi farisei e
preoccupa il sinedrio che spicca un ordine di arresto. Gesù si sottrae
rendendosi latitante e viene condannato a morte in contumacia. Gesù si
convince che il regno debba passare attraverso la sua morte, fa profezie al
riguardo, però si ribella intimamente all'idea, chiede a Dio di allontanare
da lui l'amaro calice. Viene arrestato Eleasar (Lazzaro), colui dove
evidentemente risiedeva prima di allontanarsi, quasi sicuramente è
torturato. Gesù trascorre due giorni d'angoscia, consegnandosi salverebbe il
suo benefattore ma siglerebbe la sua condanna a morte. Si decide, va a
Betania, ma Maria sorella di Lazzaro gli dice che è già morto: Gesù ha una
reazione di dolore esagerata per uno che stia per compiere una resurrezione,
ma comprensibilissima in chi apprende della morte dell'amico, causata forse
in parte dai suoi indugi. Il miracolo impossibile ancora una volta copre
l'imbarazzo. Gesù comunque si convince che Dio non voglia la sua morte, che
davvero la violenza sia la soluzione, cambia prediche, dice ai suoi
discepoli Chi non ha spada venda il mantello e ne compri una (Infatti
all'arresto fu difeso con spade) Forse in parte cambiò i discepoli, durò
forse un paio di mesi, finché fu tradito dopo che aveva deciso una riunione
in "una casa sicura"
L'autore giudica improbabile la fuga dei discepoli, dato che Giovanni
accenna che gli uomini del sinedrio erano rafforzati da una Speira (200
uomini) romana, e gli sembra inverosimile che non avessero proceduto
all'arresto neppure di colui che con la spada aveva mozzato un orecchio,
tesi rafforzata dal fatto che sempre il Vangelo parla di un giovinetto che
preso per il lenzuolo che lo copriva fuggì nudo, perché questo particolare,
se sembrerebbe che gli altri siano sfuggiti senza difficoltà a oltre
duecento uomini? Pertanto l'autore suppone che gli uomini che erano con Gesù
non fossero i dodici, ma persone che furono con lui arrestate e condannate,
rese anonime nei panni dei due ladroni dato che se si poteva sperare di far
digerire ai romani l'adorazione di uno cui lo stesso Pilato aveva mostrato
di non credere alla colpevolezza, sarebbe stato molto più difficile se fosse
stato capo di un manipolo perito con lui.
Riguardo alla vicenda terrena, la ritiene conclusa con la crocefissione.
Oltre al "miracolo impossibile, Verhoeven sottolinea un particolare: Il
risorto si esprimeva in questo modo: Non temete. Perché siete turbati?
Perché piangi? Chi cerchi? Pace a voi. Toccatemi. Non mi trattenere. Avete
qualcosa da mangiare? Portate un po' del pesce che avete preso ora. Venite a
mangiare. Ricevete lo spirito santo. Pasci i miei agnelli. Pascola le mie
pecore. Cioè neppure una pallida ombra dell'arguto oratore che era stato
Cristo.
Ad'I
Uomo Gesù: La vera storia di Gesù di Nazaret. Paul Rerhoeven. Marsilio ed.