giacomo
2008-07-17 08:37:15 UTC
Ciao a tutti...
continuo l'opera di riediting dei miei post e risposte su ICS dedicato al
tema delle crociate...
Mi scuso ancora ma credo che sia il modo migliore per trasferirmi "armi e
bagagli" su questo NG
----------------------------------------------------
Nel primo post sulle Crociate, dedicato all'espansione araba, avevo
tralasciato una parte
importante che ora merita attenzione.
Rirordo che la sto prendendo alla arga, ma che l'obiettivo finale è di
giungere alla prima Crociata
Questi gli elementi sostanziali sottolineati nel primo post:
1 - le condizioni della conquista del VII-VIII dc(che riasusmevo con la
formula "tra i due litiganti il terzo gode")
2 - la natura dei conquistatori arabi: non i nomadi beduini dell'immagnario
avventuroso, ma tribù sedentarie urbanizzate o semi urbanizzate
3 - la natura geografica economica dell'area da cui provengono (non steppe o
pianure, ma aree deserrtica intervallate da oasi o aree fertilli... ). la
"Quarta parte vuota" come la chiamano gli arabi
Rimane quindi aperta la questione della spinta, la motivazione della
conquista. Ora, la storia è fatta sicuramente di concause e molti fattori,
ma c'è
ancora un elemento che avevo tralasciato: la crisi araba... non solo la
crisi bizantina.
A cosa mi riferisco? Alla grave crisi economica, forse ecologica e
ambientale, che colpì la penisola arabica alla fine della prima metà del
primo millennio dc. Non abbiamo archeologicamente tutti i dati necessari, ma
nell'area della penisola arabica maggiormente urbanizzata e che ha lasciato
un gran numero di epigrafi e reperti, ossia la zona sud - arabica (l'attuale
Yemen), si assiste a un impoverimento delle aree coltivate, il crollo del
sistema di controllo delle acque (crolla la diga di Marib e nessuno la
ricostruisce...) che causa, insieme al collasso generale di tutto il sistema
di irrigazione del sud, quella che Jacqueline Pirenne ha chiamato "diaspora
sud arabica". Vengono infatti registrate infiltrazioni nella zona
dell'arabia centrale di popolazioni di matrice sud arabica, che
progressivamente abbandonano (o sono forzate a farlo) il sistema agricolo
urabanizzato dei regni sabei per adattarsi al sistema di vita dell'arabia
centrale, infilandosi tra le poche città, oasi e il eserto...Sergio Noja in
Storia dei popoli Islamici vol 1 riporta bene la storia di questo mondo pre
islamico e le truggenti poesie con cui i nuovi arrivati nell'arabia centrale
ricordavano la fine e la distruzione del loro mondo. Cito Steven Runciman
(Storia delle Crociate vol 1 p 15-16) "Al medesimo tempo si presentava per
gli arabi la necessità dell'espansione: le scarse risorse della penisola,
diventate ancora più scarse dopo la distruzione delle opere di irrigazione
degli Himyariti (sono i sabei... la diga di Marib era la più famosa, ma
ovviamente non l'unica), erano insufficienti per la popolazione crescente"
le cause che portano al crollo del sistema idrico sud arabico in effetti
sono ancora un mezzo mistero. la diga di Marìb era solo il simbolo, perchè
ricordata nelle poesie e nelle canzoni popolari arabe, ma fu un crollo
generale.
Da quanto ho capito, il territorio sud arabico non fu mai ricchisssmo
d'acqua di origine fluviane o torrentizia e le dighe servivano a canalizzare
la non abbondantissima acqua disponibile, in particolare quella pluviale
portata dai venti. La catena montuosa che corre parallela alla costa
meridionale della penisola, alta fino a 4000 m., fornisce una sorta di
barriera naturale contro la quale si scontrano le nubi provenieneti
dall'oceano che li scaricano le piogge. Senza questo meccanismo" il mondo
sud arabico sarebbe completamente arido...
Creare un ampio sistema di gestione delle acque piovane richiede una
centralizzazione dello stato (di fatto i venti ocenici funzionavano quasi
quanto le piene del Nilo), quindi o è cambiato il clima e ancora non ne
siamo certi, e progressivamente l'acqua è diminuita impoverendo l'economia
della zona, oppure una crisi politica e socile ha indebolito lo stato
centrale, che quindi non ha più saputo gestire il sistema idrico che è
anadato allo sfascio impoverendo l'economia.. Non escluderei neppure una
crisi economica di "sistema", con un cambio delle rotte commerciali cui i
sud arabici accedevano vendendo le loro merci (aromi ed incenso
soprattutto). Forse proprio la politica degli ultimi 200 anni bizantina e
partica che rendeva insicura la strada che dall'Etiopia (e dall'India
attraverso i porti sud arabici) portava verso il mediterraneo passando
attraverso lo Yemen, le linee carovaniere arabe, i porti della Palestina e
dell'Egitto, potrebbe aver impoverito il mondo sud arabico tanto da farlo
collassare. Oppure la riduzione dell'importanza commerciale dell'Europa, uno
dei maggiori clienti dei prodotto sud arabici, tra il 400 e il 500 dc....
forse l'espansione etiope che si presentava come nuova linea commerciale in
concorrenza con il sud arabia...insomma, che sia venuto prima l'uovo o la
gallina poco importa... ciò che conta è che il principle sistema di
produzione agricola della penisola arabica era andato a gambe all'aria
Ora, quando le risorse sono scarse, la popolazione cresce e il territorio
non offre possibilità di sviluppo, che si fa? Beh... la storia ha mostrato
diverse soluzioni:
1 - la colonizzazione alla "greca": adatta quando si parte da uno stato non
in crisi, la polis, ben organizzato, in crescita economica e demografica, e
con grandi spazi (il Ponto, l'Italia etc.) abbastanza vicini adatti alla
colonizzazzione. Ovviamente non era il caso dell'arabia, in crisi e priva di
spazi vicini facilmente colonizzabili... senza passare sul cadavere di
qualcuno ovviamente. Questo non era il caso arabo.
2 - la colonizzazione alla "romana": adatta alla trasformazione dall'interno
di terre militarmente conquistate. Anche in questo caso o le terre sono meno
urbanizzate del paese d'origine dei coloni (vedi Gallia, Spagna, Britannia
etc.) oppure prima si fa tabuila rasa delle città precedeti e poi si
colonizza (vedi soluzione "Cartagine"). Interessante tra l'altro è il fatto
che qui la conquista non nasce dalla necessità di colonizzare... in realtà
qui il fondare
colonie è in primo luogo un sistema di gestione di terre assoggettate, non
un bisogno primario come nel caso dei greci. Non è neppure questo il caso
arabo.
3 - la colonizzazione alla "germanica": si raccatta su baracca e burattini e
si parte tutti insieme appasionatamente. stile "gruppo vacanze visigoto"...
questo tipo di colonizzazzione si realizza soprattutto quando c'è un nemico
militare alle spalle (gli unni) che si divertono a bruciare i villaggi, gli
insediamenti etc. o quando una gravissima crissi ambientale rende
inabitabili le terre d'origine. Anche questo non era il caso arabo... non
erano inseguiti
da nessuno e quindi non era per loro un dramma lasciare parte delle loro
tribù a casa, perchè non rischiavano di cadere in balia del nemico
terribile da cui scappavano
4 - il sistema "cinese": nasce da una progressiva espansione economica e
demografica in un'area senza eccessive barriere geografiche (a danno dei
Thai, nella fattiscecie). Non è il caso arabo, perchè il caso Cina non nasce
da una crisi, ma da uno sviluppo.
5 il sistema sannita e degli osci in generale: consiste nell'inviare gruppi
di giovani guerrieri a impadronirsi delle terre dei vicini, delle loro città
etc. Per quanto possa sembrare assurdo, è questo il fenomeno a mio parere,
come quelo polinesiano, che maggiormente si avvicina all'esperienza araba.
Anche la tendenza da parte dei popoli conquistatori di farsi assorbire nella
cultura delle città ssoggettate finisce per calzare con questo modello,
visto che i sanniti ebbero a che fare con città greche ed ettrusche. In
realtà, come gli arabi, non si fecero asorbire, ma adottarono alcuni
elementi e diedere a quelle città i loro costumi, tanto che i romani vissero
quelle popolazioni come una cosa nuova, non etruschi o
greci.
la religione? Fu un collante (come poteva essere la primavera sacra dei
sanniti)... fu ciò che salvò gli arabi dalle guerre interne cui si stavano
inevitabilmente dirigendo, proibendo la guerra e l'omicidio tra
musulmani...ma non fu la causa.
La causa (meglio... la causa principale) fu la grave crisi economica e
sociale dell'arabia e la necessità di trovare aree di sfogo alla pressione
demografica cui il sistema della penisola non era più in grado di rispondere
adeguatamente
ciao
Giacomo
continuo l'opera di riediting dei miei post e risposte su ICS dedicato al
tema delle crociate...
Mi scuso ancora ma credo che sia il modo migliore per trasferirmi "armi e
bagagli" su questo NG
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Nel primo post sulle Crociate, dedicato all'espansione araba, avevo
tralasciato una parte
importante che ora merita attenzione.
Rirordo che la sto prendendo alla arga, ma che l'obiettivo finale è di
giungere alla prima Crociata
Questi gli elementi sostanziali sottolineati nel primo post:
1 - le condizioni della conquista del VII-VIII dc(che riasusmevo con la
formula "tra i due litiganti il terzo gode")
2 - la natura dei conquistatori arabi: non i nomadi beduini dell'immagnario
avventuroso, ma tribù sedentarie urbanizzate o semi urbanizzate
3 - la natura geografica economica dell'area da cui provengono (non steppe o
pianure, ma aree deserrtica intervallate da oasi o aree fertilli... ). la
"Quarta parte vuota" come la chiamano gli arabi
Rimane quindi aperta la questione della spinta, la motivazione della
conquista. Ora, la storia è fatta sicuramente di concause e molti fattori,
ma c'è
ancora un elemento che avevo tralasciato: la crisi araba... non solo la
crisi bizantina.
A cosa mi riferisco? Alla grave crisi economica, forse ecologica e
ambientale, che colpì la penisola arabica alla fine della prima metà del
primo millennio dc. Non abbiamo archeologicamente tutti i dati necessari, ma
nell'area della penisola arabica maggiormente urbanizzata e che ha lasciato
un gran numero di epigrafi e reperti, ossia la zona sud - arabica (l'attuale
Yemen), si assiste a un impoverimento delle aree coltivate, il crollo del
sistema di controllo delle acque (crolla la diga di Marib e nessuno la
ricostruisce...) che causa, insieme al collasso generale di tutto il sistema
di irrigazione del sud, quella che Jacqueline Pirenne ha chiamato "diaspora
sud arabica". Vengono infatti registrate infiltrazioni nella zona
dell'arabia centrale di popolazioni di matrice sud arabica, che
progressivamente abbandonano (o sono forzate a farlo) il sistema agricolo
urabanizzato dei regni sabei per adattarsi al sistema di vita dell'arabia
centrale, infilandosi tra le poche città, oasi e il eserto...Sergio Noja in
Storia dei popoli Islamici vol 1 riporta bene la storia di questo mondo pre
islamico e le truggenti poesie con cui i nuovi arrivati nell'arabia centrale
ricordavano la fine e la distruzione del loro mondo. Cito Steven Runciman
(Storia delle Crociate vol 1 p 15-16) "Al medesimo tempo si presentava per
gli arabi la necessità dell'espansione: le scarse risorse della penisola,
diventate ancora più scarse dopo la distruzione delle opere di irrigazione
degli Himyariti (sono i sabei... la diga di Marib era la più famosa, ma
ovviamente non l'unica), erano insufficienti per la popolazione crescente"
le cause che portano al crollo del sistema idrico sud arabico in effetti
sono ancora un mezzo mistero. la diga di Marìb era solo il simbolo, perchè
ricordata nelle poesie e nelle canzoni popolari arabe, ma fu un crollo
generale.
Da quanto ho capito, il territorio sud arabico non fu mai ricchisssmo
d'acqua di origine fluviane o torrentizia e le dighe servivano a canalizzare
la non abbondantissima acqua disponibile, in particolare quella pluviale
portata dai venti. La catena montuosa che corre parallela alla costa
meridionale della penisola, alta fino a 4000 m., fornisce una sorta di
barriera naturale contro la quale si scontrano le nubi provenieneti
dall'oceano che li scaricano le piogge. Senza questo meccanismo" il mondo
sud arabico sarebbe completamente arido...
Creare un ampio sistema di gestione delle acque piovane richiede una
centralizzazione dello stato (di fatto i venti ocenici funzionavano quasi
quanto le piene del Nilo), quindi o è cambiato il clima e ancora non ne
siamo certi, e progressivamente l'acqua è diminuita impoverendo l'economia
della zona, oppure una crisi politica e socile ha indebolito lo stato
centrale, che quindi non ha più saputo gestire il sistema idrico che è
anadato allo sfascio impoverendo l'economia.. Non escluderei neppure una
crisi economica di "sistema", con un cambio delle rotte commerciali cui i
sud arabici accedevano vendendo le loro merci (aromi ed incenso
soprattutto). Forse proprio la politica degli ultimi 200 anni bizantina e
partica che rendeva insicura la strada che dall'Etiopia (e dall'India
attraverso i porti sud arabici) portava verso il mediterraneo passando
attraverso lo Yemen, le linee carovaniere arabe, i porti della Palestina e
dell'Egitto, potrebbe aver impoverito il mondo sud arabico tanto da farlo
collassare. Oppure la riduzione dell'importanza commerciale dell'Europa, uno
dei maggiori clienti dei prodotto sud arabici, tra il 400 e il 500 dc....
forse l'espansione etiope che si presentava come nuova linea commerciale in
concorrenza con il sud arabia...insomma, che sia venuto prima l'uovo o la
gallina poco importa... ciò che conta è che il principle sistema di
produzione agricola della penisola arabica era andato a gambe all'aria
Ora, quando le risorse sono scarse, la popolazione cresce e il territorio
non offre possibilità di sviluppo, che si fa? Beh... la storia ha mostrato
diverse soluzioni:
1 - la colonizzazione alla "greca": adatta quando si parte da uno stato non
in crisi, la polis, ben organizzato, in crescita economica e demografica, e
con grandi spazi (il Ponto, l'Italia etc.) abbastanza vicini adatti alla
colonizzazzione. Ovviamente non era il caso dell'arabia, in crisi e priva di
spazi vicini facilmente colonizzabili... senza passare sul cadavere di
qualcuno ovviamente. Questo non era il caso arabo.
2 - la colonizzazione alla "romana": adatta alla trasformazione dall'interno
di terre militarmente conquistate. Anche in questo caso o le terre sono meno
urbanizzate del paese d'origine dei coloni (vedi Gallia, Spagna, Britannia
etc.) oppure prima si fa tabuila rasa delle città precedeti e poi si
colonizza (vedi soluzione "Cartagine"). Interessante tra l'altro è il fatto
che qui la conquista non nasce dalla necessità di colonizzare... in realtà
qui il fondare
colonie è in primo luogo un sistema di gestione di terre assoggettate, non
un bisogno primario come nel caso dei greci. Non è neppure questo il caso
arabo.
3 - la colonizzazione alla "germanica": si raccatta su baracca e burattini e
si parte tutti insieme appasionatamente. stile "gruppo vacanze visigoto"...
questo tipo di colonizzazzione si realizza soprattutto quando c'è un nemico
militare alle spalle (gli unni) che si divertono a bruciare i villaggi, gli
insediamenti etc. o quando una gravissima crissi ambientale rende
inabitabili le terre d'origine. Anche questo non era il caso arabo... non
erano inseguiti
da nessuno e quindi non era per loro un dramma lasciare parte delle loro
tribù a casa, perchè non rischiavano di cadere in balia del nemico
terribile da cui scappavano
4 - il sistema "cinese": nasce da una progressiva espansione economica e
demografica in un'area senza eccessive barriere geografiche (a danno dei
Thai, nella fattiscecie). Non è il caso arabo, perchè il caso Cina non nasce
da una crisi, ma da uno sviluppo.
5 il sistema sannita e degli osci in generale: consiste nell'inviare gruppi
di giovani guerrieri a impadronirsi delle terre dei vicini, delle loro città
etc. Per quanto possa sembrare assurdo, è questo il fenomeno a mio parere,
come quelo polinesiano, che maggiormente si avvicina all'esperienza araba.
Anche la tendenza da parte dei popoli conquistatori di farsi assorbire nella
cultura delle città ssoggettate finisce per calzare con questo modello,
visto che i sanniti ebbero a che fare con città greche ed ettrusche. In
realtà, come gli arabi, non si fecero asorbire, ma adottarono alcuni
elementi e diedere a quelle città i loro costumi, tanto che i romani vissero
quelle popolazioni come una cosa nuova, non etruschi o
greci.
la religione? Fu un collante (come poteva essere la primavera sacra dei
sanniti)... fu ciò che salvò gli arabi dalle guerre interne cui si stavano
inevitabilmente dirigendo, proibendo la guerra e l'omicidio tra
musulmani...ma non fu la causa.
La causa (meglio... la causa principale) fu la grave crisi economica e
sociale dell'arabia e la necessità di trovare aree di sfogo alla pressione
demografica cui il sistema della penisola non era più in grado di rispondere
adeguatamente
ciao
Giacomo
--
"Timeo lectorem unius libri"
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